lunedì 29 giugno 2015

POLIGONO DEL CELLINA-MEDUNA: NESSUN RISCHIO PER LA POPOLAZIONE E I LAVORATORI

Udine, 29 giu - È stato consegnato oggi alle autorità militari della centotrentaduesima Brigata corrazzata Ariete, di stanza a Pordenone, il Rapporto con i risultati delle indagini effettuate dall'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente (ARPA) del Friuli Venezia Giulia sulla presenza di radionuclidi all'interno dell'area del Poligono militare del Cellina-Meduna.

Per l'assessore regionale all'Ambiente Sara Vito "i dati presentati nel Rapporto sono rassicuranti e non vi è alcun pericolo per la salute della popolazione e dei lavoratori. Si conferma così - ha commentato Vito - che non c'è alcuna contaminazione della falda acquifera o della catena alimentare in seguito all'utilizzo di missili contenenti isotopi radioattivi durante le esercitazioni".

"La Regione - assicura l'assessore - seguirà con grande attenzione anche le prossime fasi del monitoraggio che ARPA andrà a effettuare per la determinazione della presenza di metalli pesanti, in modo da dare conclusione in tempi rapidi a questa vicenda. La collaborazione del personale della Brigata Ariete e le professionalità messe in campo da ARPA sono state fondamentali per fare chiarezza: questo Rapporto ci permette di rassicurare l'opinione pubblica".

La vicenda parte nel marzo del 2013 quando erano stati effettuati dei monitoraggi da parte dell'esercito che avevano evidenziato dei livelli sopra soglia di metalli pesanti all'interno di un'area del Poligono, successivamente perimetrata. Nelle successive indagini effettuate da ARPA era stata rinvenuta la presenza di Torio 232 (Th-232) in quantità superiore a quella del fondo naturale, dovuta all'utilizzo fino al 2004 di missili MILAN da esercitazione contenenti l'isotopo radioattivo. Da qui la necessità di effettuare la caratterizzazione radiologica del Poligono per definirne il livello di inquinamento ambientale.

Quindi ARPA, tra fine 2013 e maggio 2015, tramite la struttura di Fisica ambientale del Laboratorio unico e il Dipartimento di Pordenone, ha condotto un complesso studio a cui hanno contribuito anche l'ex ASS n. 6 Pordenonese per i campionamenti di acque potabili e alimenti, e i laboratori di radiochimica di ARPA Piemonte e ARPA Lombardia per le misure, rispettivamente, di uranio impoverito nei suoli e misure di radiochimica nelle acque.

Lo studio aveva i seguenti obiettivi principali:
- la determinazione dei livelli di contaminazione e la definizione delle aree e dei volumi contaminati;
- la valutazione dell'eventuale contaminazione delle falde acquifere e/o della catena alimentare;
- la valutazione degli eventuali rischi sanitari a cui è esposta la popolazione;
- la determinazione dell'eventuale necessità di intervento di bonifica e delle sue modalità;
- la valutazione degli eventuali rischi sanitari a cui potrebbero essere esposti i lavoratori impegnati nell'eventuale bonifica.

I rilievi sono stati effettuati da personale della struttura di Fisica ambientale di ARPA FVG, supportata logisticamente dal personale della centotrentaduesima Brigata corazzata Ariete. Lo studio ha comportato 27 giornate di lavoro in campo, prelievi di decine di campioni e conseguente loro trattamento e preparazione, centinaia di misure sia in campo che in laboratorio, oltre all'elaborazione dell'enorme mole di dati prodotti.

I risultati delle analisi effettuate hanno consentito di giungere a conclusioni tranquillizzanti. In particolare lo studio ha evidenziato che quattro bersagli presenti all'interno del Poligono sono contaminati e la contaminazione è strettamente confinata ai bersagli stessi e alle loro immediate vicinanze. Le numerose misure effettuate in maniera sistematica hanno permesso di escludere contaminazioni all'esterno dell'area perimetrata.

Cautelativamente le superfici contaminate sono risultate pari a circa 4.000 metri quadrati, cioè circa il 4 per mille dell'area perimetrata e circa un decimillesimo della superficie dell'intero Poligono. Le misure effettuate nei laboratori di radiochimica delle ARPA di Piemonte e Lombardia hanno permesso di escludere la presenza di uranio impoverito nei suoli e di contaminazione da Th-232 nelle acque potabili e di falda; così come le misure effettuate su campioni di alimenti prodotti nelle immediate vicinanze del Poligono, su campioni di vegetali e particolato atmosferico prelevati sui bersagli risultati contaminati, non hanno mostrato concentrazioni di Th-232 diverse da quelle naturalmente presenti in tali matrici.

Le valutazioni di radioprotezione hanno confermato che non vi è pericolo alcuno per la salute della popolazione residente nei comuni interessati dalle attività del Poligono e limitrofi a esso. Le stesse valutazioni hanno messo in evidenza che le concentrazioni relativamente basse di Th-232 misurate in aree molto ristrette non generano livelli di azione che portino a necessità di bonifica, dal punto di vista radiologico, dell'area stessa.

Infine, non c'è alcun pericolo per la salute dei lavoratori che dovessero effettuare una eventuale bonifica dei bersagli contaminati, dovuta alla presenza di altri inquinanti, neppure nel caso, assolutamente improbabile dati i piccoli volumi interessati dalla contaminazione, che essi debbano lavorare per 1.800 ore (225 giornate lavorative da otto ore ciascuna) sul bersaglio più contaminato, anche senza la schermatura costituita dalla struttura degli eventuali mezzi meccanici utilizzati.

ARC/Com/EP

http://www.regione.fvg.it/

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