Ricordare la tragedia di Marcinelle è un momento di riflessione che ha un alto valore civile e sociale, poichè è l'occasione non solo per ricordare coloro che, emigranti, hanno perso la vita in quella sciagura, ma anche per rinnovare attenzione e impegno sui temi dell'occupazione e della sicurezza del lavoro. Principi contenuti nella Carta costituzionale del nostro Paese, fondato sul lavoro che deve essere sicuro e solidale.
Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop intervenendo a Ronchis (UD) alla cerimonia di commemorazione della sciagura mineraria avvenuta in Belgio 58 anni fa, a Marcinelle, il sobborgo operaio a sud di Charleroi, dove l'8 agosto del 1956 nella miniera di carbone del Bois du Cazier perirono 262 minatori, di cui 136 italiani e fra questi 7 friulani. I loro nomi sono stati scanditi oggi nel corso sia delle cerimionia civile, sia durante la Messa solenne: Pietro Basso di 26 anni, Mario Buiatti di 31, Ferruccio Pegorer di 41, Armando Zanelli di 33, Ciro Natale Piccolo di 36, Lorenzo De Santis di 29 e Ruggero Castellani di 41, quest'ultimo sepolto nel
locale cimitero e alla cui tomba è stato reso omaggio con la deposizione di una corona.
La commemorazione - insertita nel progetto "Per non dimenticare Marcinelle" che mantiene il carattere di manifestazione itinerante ospitata ogni anno in uno dei luoghi d'origine delle vittime - è stata organizzata dal Comitato provinciale di Udine della Federazione Maestri del lavoro d'Italia, presieduta da Mario Caporale, e alla manifestazione hanno collaborato il Gruppo Salvo D'Acquisto Onlus e l'ANIOC, di Udine, l'Associazione Minatori di Raibl Cave del Predil e le Associazioni di Minatori di Latisana, Pertegada e Palazzolo.
Associazioni i cui labari si sono mescolati a quelli dei Comuni del mandamento di Latisana e delle località di cui erano originarie le vittime della sciagura (Ronchis, appunto, e Latisana, Azzano X, San Giorgio di Nogaro, Palazzolo, Precenicco, Flaibano, Povoletto, Fiume Veneto, Udine) durante la cerimonia presso il Parco intitolato oggi ai Caduti sul Lavoro, dove si sono svolti l'alzabandiera, lo scoprimento del cippo in memoria dei minatori morti a Marcinelle, la deposizione della corona d'alloro e l'esecuzione dell'Inno di Mameli.
La Regione era rappresentata, oltre che dal presidente del Consiglio Iacop, dal vicepresidente Paride Cargnelutti e dal consigliere Pietro Paviotti in rappresentanza della presidente della Giunta Debora Serracchiani. Presente anche il prefetto vicario Francesco Palazzolo.
Pagina tragica dell'emigrazione italiana quella che si consumò a Marcinelle e il cui anniversario rappresenta oggi la giornata nazionale del sacrificio italiano nel mondo; quello di Marcinelle è il terzo disastro per numero di vittime nella storia dei minatori italiani emigrati, dopo quelli di Monongah e di Dawson.
E l'esperienza dell'emigrazione, la testimonianza che viene dal sacrificio e dal valore dei nostri emigranti ha fatto, insieme con il tema della sicurezza sul posto di lavoro, da filo conduttore in tutti gli interventi che si sono susseguiti, a partire da quello del sindaco Vanni Biasutti che ha sottolineato come la tutela della salute nel lavoro sia riconoscimento di dignità, a quello del Console della "Federazione Maestri del Lavoro" Mario Caporale che ha ricostruito la vicenda.
Di fronte agli ancora troppi incidenti, infortuni e malattie legati al lavoro - è stato detto negli interventi - un monumento o un luogo dedicato ai caduti sul lavoro è anche un luogo di coscienza, una sollecitazione a non abituarsi a questi fatti, a cercare anche a livello europeo diritti e tutele, a lavorare per promuovere qualità del lavoro e diritti, come traguardo civile, morale, culturale.
Lo ha ribadito anche il presidente Iacop parlando dell'impengo del Consiglio regionale anche per il futuro dei giovani, dentro il quadro di una inevitabile internazionalizzazione e di un'Europa unita, ma avendo ben presente che le esigenze della produttività non devono essere a discapito della sicurezza.
Successivamente, l'omaggio a tutti i minatori si è rinnovato anche a Latisana con la deposzione di una corona al monumento del Minatore.
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