(ANSA)
- BRUXELLES, 27 MAG - Sale la tensione con Pechino, che apre
un'inchiesta antidumping sulla chimica europea, e tra Berlino e
Bruxelles sulla questione dei dazi che quest'ultima intende imporre
il 5 giugno nei confronti dei pannelli solari cinesi. La Commissione
Ue sembra pero' determinata a procedere per la sua
strada.''Prenderemo sicuramente nota delle posizioni consultive degli
stati membri'', ma l'esecutivo comunitario - ha avvertito il
portavoce del responsabile al commercio Karel De Gucht - ''e'
obbligato a vedere il quadro piu' ampio e a prendere decisioni basate
unicamente su prove''. E al momento, ha sottolineato il portavoce,
''ci sono 25mila posti di lavoro a rischio nel settore nell'Ue'', di
conseguenza ''qualsiasi misura temporanea potenziale e' una risposta
d'emergenza per riequilibrare la posizione di mercato delle imprese
europee di fronte al dumping della Cina che ne minaccia
l'esistenza''.
La decisione finale sui dazi temporanei (in media del 47%), che non e' formalmente ancora stata presa e sara' resa nota il 5 giugno con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale Ue dei risultati preliminari dell'indagine antidumping di Bruxelles aperta lo scorso settembre, spetta in questa fase solo all'esecutivo comunitario. Solo una volta applicati i dazi provvisori sono legalmente possibili i negoziati con la Cina, e solo in vista della chiusura dell'indagine a dicembre gli stati membri avranno loro la ''parola finale'' sulla questione.
''Dal
nostro punto di vista le misure sanzionatorie non sono piu'
necessarie ed e' per questo che la Germania ha detto no oggi'', ha
avvertito il ministro dell'economia tedesco Philip Roesler in
occasione della visita del premier cinese Li Keqiang a Berlino,
nonostante sia un'azienda tedesca, la Ag Solar World, a guidare
l'associazione delle aziende europee Eu ProSun all'origine delle
denunce antidumping a Bruxelles. Nel frattempo Pechino, riferisce il
quotidiano belga 'Les Echos', ha aperto un'inchiesta antidumping su
prodotti chimici Ue derivati dal cloro, mettendo nel mirino gruppi
europei come Solvay. Pechino ha anche minacciato di aprire
un'indagine sul vino europeo, mentre Bruxelles ha gia' aperto
inchieste anche su vetri solari e tlc.(ANSA).
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