
Un appuntamento al quale è intervenuto il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop e dedicato ad amministratori, cittadini e imprese per parlare delle opportunità e degli strumenti connessi all’idea delle “Comunità intelligenti” che – come ha ricordato in apertura il presidente regionale dell’ANCI Mario Pezzetta – restano l’unica risposta credibile e accettabile per intraprendere la strada di una reale e concreta riforma delle Autonomie locali del Friuli Venezia Giulia. Non partendo però – è stato detto – da contenitori istituzionali come unioni e fusioni, con il rischio di perdere di vista il contenuto, bensì dalle reti di comunità che fanno pensare a questa Regione come a una città diffusa ove realizzare la continuità delle conoscenze e dei servizi.
Analisi condivisa e ulteriormente precisata dal presidente del Consiglio, pena – ha sottolienato Iacop – il rischio di un declino che la Regione deve scongiurare.
E se il convegno è stato l’occasione non solo per fare il punto della situazione in Friuli Venezia Giulia, ma anche per ascoltare esperienze simili che si stanno sviluppando nel resto del Paese e fondate sullo spirito innovativo delle Smart Community, Iacop ha posto l’accento sulla necessità di “un ripensamento complessivo proprio per liberare le energie e le esperienze maturate nel territorio, posto che il tema della riforma delle Autonomie locali è prioritario per mettere in ordine tutta una serie di responsabilità di governo del territorio”.
“Un obiettivo che ci impegna, in forza della specialità e dell’autonomia regionale, a sperimentare soluzioni nuove con originalità di idee e qualità di proposta. Ciò anche alla luce del superamento delle Province”.
Doppio il livello di azione, quello dei servizi e quello delle politiche di gestione del territorio “per un insieme di comunità contigue – ha spiegato Iacop – che hanno ambizioni di sviluppo omogeneo e che definiamo ‘intelligenti’ appunto per la capacità di pensare, elaborare e costruire queste politiche di gestione”.
La sfida, dunque, a cui la politica “smart” deve rispondere è la capacità di creare reti di azioni condivise e congiunte per evitare un neo centralismo regionale.
La capacità dei territori di produrre forme di governo più prossime – ha concluso il presidente – è un patrimonio e il Consiglio regionale ha il compito di accompagnarla con scelte legislative, verificando quanto già esiste e quanto di competenze complesse la Regione può trasferire ai territori”.
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