Il bando relativo al sostegno del settore biologico regionale ha raccolto 274 domande per una superficie totale a gestione biologica di 3.900 ettari; 124 domande (per una superficie complessiva di 2 mila ettari) riguardano la sottomisura che consente di adottare pratiche e metodi di produzione biologica, convertendo le colture tradizionali. Le altre 150 domande sono relative alla sottomisura per il mantenimento di pratiche e metodi di produzione biologica, grazie alla quale una superficie complessiva 1.900 ettari già biologica continuerà ad essere gestita come tale.
Il secondo bando ha registrato 132 domande per l'intervento che mira riguarda la gestione sostenibile dei pascoli per la tutela climatica, per una superficie totale di 7.850 ettari.
Un confronto con gli analoghi bandi della vecchia programmazione (PSR 2007-2013) rende ancor di più l'importanza del risultato: le domande presentate in merito all'agricoltura biologica avevano riguardato 110 aziende, mentre per quanto riguarda la gestione sostenibile dei pascoli i contratti finanziati con la vecchia misura erano stati 100. Il biologico fa quindi registrare un incremento del 150 %, i pagamenti agroambientali dei pascoli un +32%.
L'assessore Shaurli ha commentato con soddisfazione questi numeri: "Il nuovo PSR del Friuli Venezia Giulia ha tra i capisaldi il biologico e la sostenibilità. La risposta del territorio alla pubblicazione dei primi bandi è un segnale positivo e conferma la sintonia che su questi temi si sta creando tra le istituzioni e gli operatori".
"Questa partenza del PSR, pur in attesa dell'imminente approvazione formale da parte di Bruxelles, ci fa ben sperare per il futuro del comparto agricolo e agroalimentare, nella capacità dei suoi operatori di leggere ed affrontare nuove sfide ed anche in quella attenzione e fiducia al settore confermata dalla iscrizioni alla nostra formazione di qualità sia superiore che universitaria" ha aggiunto l'assessore. "Sono questi dati, e non dichiarazioni di facciata, che ci fanno dire, pur con le note criticità presenti, che il settore primario può tornare centrale nell'economia della nostra Regione".
ARC/RU
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