L'assessore regionale alle Autonomie locali Paolo Panontin ha aperto il primo incontro pordenonese del Digital-Day del Friuli Venezia Giulia, dove si è celebrato in anteprima sulla presentazione ufficiale il lancio del nuovo portale regionale per gli Open Data (dati.friuliveneziagiulia.it). Fatta la legge (è stata approvata il 17 aprile scorso), ora si attendono, presumibilmente entro l'estate, i decreti attuativi per dare corpo a questo nuovo fronte della partecipazione e della trasparenza delle istituzioni attraverso la rete. Organizzato da State of the Net e ospitato nella sala consiliare del Comune di Pordenone alla presenza del sindaco Claudio Pedrotti, l'evento ha raccolto alcuni tra i maggiori esperti e divulgatori italiani per l'open government.
L'economista Alberto Cottica ha insistito in modo particolare sul ruolo dei dati come stimolo alla nascita non solo di una nuova Pubblica Amministrazione, ma anche cittadini più attivi. Il dato è un diritto a cui i cittadini devono poter accedere, ha rimarcato Giovanni Menduni, docente del Politecnico di Milano. Le esperienze in Italia si stanno moltiplicando e si è già formata una ricca comunità di pratiche. Ma i dati non sono una cosa da hacker, un pezzo di conoscenza con cui tutti interagiamo in continuazione, ha insistito Maurizio Napolitano, ricercatore della Fondazione Bruno Kessler di Trento. I limiti delle leggi restano un forte alibi alla mancata diffusione degli Open Data, ha rilevato Ernesto Belisario, avvocato specializzato in diritto della rete e open government, mostrando una mappa delle legislazioni regionali su questa materia, spesso innovative ma rimaste prive di decreti attuativi. È necessario fare un salto culturale e passare dall'idea di Open Data come concessione delle amministrazioni agli Open Data come diritto dei cittadini, ha detto Belisario.
Gli Open Data non solo non sono un costo, nel momento in cui diventano uno standard di condivisione delle informazioni, ma possono generare spazi di business sempre più rilevanti. Lo ha rimarcato in particolare Matteo Brunati, community manager della start up trentina specializzata SpazioDati, che ha identificato come aziende e programmi comunitari stiano investendo in questo campo. L'incontro pordenonese si è chiuso con una sessione pratica di elaborazione di Open Data, partendo proprio dai dataset rilasciati in mattinata dalla Regione. Relatori e pubblico hanno lavorato insieme generando strumenti di analisi e visualizzazioni geografiche, come pretesto da un lato per dimostrare l'accessibilità delle tecniche che stanno alla base degli Open Data e dall'altro la velocità con cui è possibile produrre elaborazioni che facciano emergere senso a partire da repertori e statistiche messi a disposizione di tutti. ARC/Com/RED
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