Garantire ai cittadini risposte adeguate ai bisogni di salute, con servizi di qualità e in assoluta sicurezza, senza disomogeneità geografiche; evitare gli sprechi per assicurare da un lato la sostenibilità economica, dall'altro un utilizzo delle risorse in servizi necessari e non in servizi che nessuno usa; e maggiore prevenzione. Il tutto in un quadro si potenziamento della sanità territoriale, a partire dal rafforzamento della medicina generale, e sempre assicurando per le patologie più complesse una presa in carico integrata, con continuità delle cure in tutto il percorso sanitario e assistenziale.
È la filosofia della riforma sanitaria che l'Amministrazione regionale sta per definire e che oggi la presidente delle Regione Debora Serracchiani e l'assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca hanno illustrato a Maniago nel corso di una serata di approfondimento promossa dal sindaco Andrea Carli per capire le ricadute del cambiamento sulla parte più settentrionale della provincia di Pordenone, caratterizzata da un'elevata estensione territoriale e limitata densità abitativa.
All'incontro, al Teatro Verdi, hanno partecipato moltissimi cittadini, assieme a sindaci e amministratori locali, ai direttori generali dell'Azienda per i Servizi Sanitari "Friuli Occidentale" e all'Azienda Ospedaliera Santa Maria degli Angeli, e ai direttori sanitari dei due enti, che hanno illustrato il progetto, già definito, di riorganizzazione dei servizi sanitari nel presidio ospedaliero maniaghese. Un progetto che negli intendimenti della Regione può concretizzarsi già dal prossimo maggio e rappresentare un modello di gestione della salute valido per tutto il Friuli Venezia Giulia.
Ad un pubblico attento, che talvolta vede ancora l'edificio ospedaliero come una presenza rassicurante e irrinunciabile, presidente e assessore hanno ribadito che spesso oggi la sanità dà risposte a domande che non ci sono più. Da qui l'esigenza di una revisione della rete ospedaliera, oggi ancora variegata e frammentata, che è già partita con la riorganizzazione della rete dell'emergenza, con la Centrale unica del 118. Dieci gruppi di lavoro, specializzati nelle diverse aree, stanno modellando una riforma i cui dettagli saranno illustrati già giovedì alla competente Commissione del Consiglio regionale, con un cronoprogramma che vede la presentazione di una bozza di disegno di legge, sulla quale ragionare entro il prossimo luglio. Siamo partiti dai bisogni, dalla richiesta che proviene dai cittadini, ha detto la presidente Serracchiani, ricordando che l'ultima riforma è di vent'anni fa e da allora la società è profondamente cambiata, con diversi bisogni di salute, legati all'allungamento della vita media e quindi a una crescita delle patologie croniche.
Da qui la volontà di rafforzare i servizi sul territorio, concentrando il trattamento delle patologie acute in ospedali di riferimento di eccellenza, dotati di tecnologie avanzate e di quelle professionalità indispensabili per intervenire in tutta sicurezza. Nodo della riforma sarà il rafforzamento del ruolo del medico di medicina generale, primo punto di riferimento per i cittadini. Per una sanità che non sarà più di questa o quella Azienda, ma ''regionale'', vicina alla gente. Il che non significa, ha precisato la presidente, chiudere l'Ospedale di Maniago, ma riqualificarlo, trasformandolo in Ospedale di prossimità. Non significa chiudere il Pronto soccorso ma garantire comunque un punto di primo intervento (solo un cambio di denominazione, ha precisato) dalle 8.00 alle 20.00 e un'ambulanza con medico di notte, con un collegamento funzionale con il vicino Ospedale di Spilimbergo e con gli Ospedali di Pordenone e Udine. E significa mantenere tutti gli ambulatori di specialità e attivare, in uno specifico ''progetto montagna'', servizi di comunità.
Lungo e articolato il dibattito seguito alla presentazione della riforma, in parte caratterizzato dal timore che la riorganizzazione nel Maniaghese, che si vorrebbe far partire già il prossimo primo maggio, possa comportare, per l'area, riduzione dei servizi, come già accaduto in passato, è stato osservato; ma nella consapevolezza, diffusa, della necessità di offrire un'assistenza valida, di utilizzare al meglio le risorse a disposizione, di superare logiche campanilistiche. Qui ci sono le condizioni per sperimentare quella sanità territoriale che vogliamo, ha ribadito l'assessore Telesca, precisando, in risposta ad una preoccupazione del sindaco Carli, che l'ipotesi di un ospedale psichiatrico giudiziario con riferimento unico a Maniago è stata superata da una logica di accoglienza diffusa dei malati.
Sentiamo il dovere e la responsabilità di fare questa riforma, all'inizio della legislatura, per avere anche il tempo di apportarvi gli opportuni correttivi, qualora necessari, ha concluso la presidente. Per Maniago significherà dare finalmente al suo presidio ospedaliero una vera identità, grazie ad un Ospedale di prossimità che sarà una vera cittadella della salute, e con una riqualificazione della spesa che garantirà un trasferimento di risorse al territorio. ARC/PPD
È la filosofia della riforma sanitaria che l'Amministrazione regionale sta per definire e che oggi la presidente delle Regione Debora Serracchiani e l'assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca hanno illustrato a Maniago nel corso di una serata di approfondimento promossa dal sindaco Andrea Carli per capire le ricadute del cambiamento sulla parte più settentrionale della provincia di Pordenone, caratterizzata da un'elevata estensione territoriale e limitata densità abitativa.
All'incontro, al Teatro Verdi, hanno partecipato moltissimi cittadini, assieme a sindaci e amministratori locali, ai direttori generali dell'Azienda per i Servizi Sanitari "Friuli Occidentale" e all'Azienda Ospedaliera Santa Maria degli Angeli, e ai direttori sanitari dei due enti, che hanno illustrato il progetto, già definito, di riorganizzazione dei servizi sanitari nel presidio ospedaliero maniaghese. Un progetto che negli intendimenti della Regione può concretizzarsi già dal prossimo maggio e rappresentare un modello di gestione della salute valido per tutto il Friuli Venezia Giulia.
Ad un pubblico attento, che talvolta vede ancora l'edificio ospedaliero come una presenza rassicurante e irrinunciabile, presidente e assessore hanno ribadito che spesso oggi la sanità dà risposte a domande che non ci sono più. Da qui l'esigenza di una revisione della rete ospedaliera, oggi ancora variegata e frammentata, che è già partita con la riorganizzazione della rete dell'emergenza, con la Centrale unica del 118. Dieci gruppi di lavoro, specializzati nelle diverse aree, stanno modellando una riforma i cui dettagli saranno illustrati già giovedì alla competente Commissione del Consiglio regionale, con un cronoprogramma che vede la presentazione di una bozza di disegno di legge, sulla quale ragionare entro il prossimo luglio. Siamo partiti dai bisogni, dalla richiesta che proviene dai cittadini, ha detto la presidente Serracchiani, ricordando che l'ultima riforma è di vent'anni fa e da allora la società è profondamente cambiata, con diversi bisogni di salute, legati all'allungamento della vita media e quindi a una crescita delle patologie croniche.
Da qui la volontà di rafforzare i servizi sul territorio, concentrando il trattamento delle patologie acute in ospedali di riferimento di eccellenza, dotati di tecnologie avanzate e di quelle professionalità indispensabili per intervenire in tutta sicurezza. Nodo della riforma sarà il rafforzamento del ruolo del medico di medicina generale, primo punto di riferimento per i cittadini. Per una sanità che non sarà più di questa o quella Azienda, ma ''regionale'', vicina alla gente. Il che non significa, ha precisato la presidente, chiudere l'Ospedale di Maniago, ma riqualificarlo, trasformandolo in Ospedale di prossimità. Non significa chiudere il Pronto soccorso ma garantire comunque un punto di primo intervento (solo un cambio di denominazione, ha precisato) dalle 8.00 alle 20.00 e un'ambulanza con medico di notte, con un collegamento funzionale con il vicino Ospedale di Spilimbergo e con gli Ospedali di Pordenone e Udine. E significa mantenere tutti gli ambulatori di specialità e attivare, in uno specifico ''progetto montagna'', servizi di comunità.
Lungo e articolato il dibattito seguito alla presentazione della riforma, in parte caratterizzato dal timore che la riorganizzazione nel Maniaghese, che si vorrebbe far partire già il prossimo primo maggio, possa comportare, per l'area, riduzione dei servizi, come già accaduto in passato, è stato osservato; ma nella consapevolezza, diffusa, della necessità di offrire un'assistenza valida, di utilizzare al meglio le risorse a disposizione, di superare logiche campanilistiche. Qui ci sono le condizioni per sperimentare quella sanità territoriale che vogliamo, ha ribadito l'assessore Telesca, precisando, in risposta ad una preoccupazione del sindaco Carli, che l'ipotesi di un ospedale psichiatrico giudiziario con riferimento unico a Maniago è stata superata da una logica di accoglienza diffusa dei malati.
Sentiamo il dovere e la responsabilità di fare questa riforma, all'inizio della legislatura, per avere anche il tempo di apportarvi gli opportuni correttivi, qualora necessari, ha concluso la presidente. Per Maniago significherà dare finalmente al suo presidio ospedaliero una vera identità, grazie ad un Ospedale di prossimità che sarà una vera cittadella della salute, e con una riqualificazione della spesa che garantirà un trasferimento di risorse al territorio. ARC/PPD
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