giovedì 27 marzo 2014

FVG,Corecom: convegno su situazione emittenza TV in regione

Una panoramica completa dell'emittenza televisiva regionale, dal servizio pubblico alle emittenti locali e comunitarie, i problemi nati con il passaggio dal sistema analogico al digitale terrestre, frequenze, ascolti, finanziamenti, ma anche la sovrapposizione dei canali con i Paesi confinanti.

Di tutto questo si è parlato nel convegno dal titolo provocatorio "Spending TV, antenne a rischio?" organizzato dal Corecom FVG, prima iniziativa pubblica a quattro mesi dal suo insediamento, al quale hanno partecipato numerosi addetti ai lavori, che si sono confrontati con lo stesso presidente del Comitato Giovanni Marzini, per anni volto e voce televisiva ed ex responsabile della redazione giornalistica della sede Rai del FVG, ma anche con Nicola Sansalone dell'Agcom, Gianpiero Migali dell'ispettorato FVG del ministero dello sviluppo economico, Filippo Lucci presidente del Coordinamento nazionale dei Corecom e dello stesso Comitato dell'Abruzzo e con Maria Pia Caruso responsabile dei rapporti tra Corecom e
Agcom.

Più che un convegno - ha affermato Marzini - vedo questa iniziativa come un appuntamento di lavoro, dati i suoi partecipanti. Dopo aver ripercorso le tappe dell'emittenza televisiva, da quando la Rai aveva solo due canali e al contempo nacquero le prime due storiche emittenti private - Telequattro a Trieste e Telefriuli a Udine - Marzini ha evidenziato come nel quadro di revisione aziendale alcune sedi regionali della Rai siano a rischio chiusura o accorpamento.

Ma è proprio grazie alla specialità della Regione Friuli Venezia Giulia che quella della Rai non è una semplice sede distaccata, ma un vero centro di produzione televisivo (dal quale - ha evidenziato - escono programmi in lingua italiana e slovena e, per il momento, radiofonici in lingua friulana) e la speranza è che proprio grazie a queste caratteristiche la sede possa non solo continuare la sua attività, ma espanderla per essere sempre più vicina ai cittadini della regione.

La situazione dell'emittenza televisiva italiana non è diversa da quella generale del Paese - ha quindi sostenuto l'assessore regionale alla cultura Gianni Torrenti - e paga la mancanza di programmazione, di scelte che avrebbero dovuto esser fatte quando le condizioni economiche erano diverse, ben migliori delle attuali. Così oggi ci troviamo costretti a riprogrammare tutto, ma in un momento di crisi economica.

Quanto alla sede Rai, Torrenti ha sostenuto la sua indispensabilità rispetto alle esigenze della comunità regionale e ha concluso con una riflessione sull'accelerazione in atto nel modo di comunicare, che vede affiancarsi la WEB alla televisione classica, sia essa digitale terrestre o piattaforma satellitare: quando la tecnologia riuscirà a portare la qualità dell'immagine Internet a livello delle altre - e ci siamo vicini - si aprirà un modo nuovo di comunicare e il futuro nascerà da questa integrazione.

Si è quindi sviluppato un approfondito dibattito, al termine del quale ha tratto le conclusioni il vicepresidente del Consiglio regionale Igor Gabrovec, che ha salutato i convenuti in quattro lingue, a rimarcare la specialità e l'importanza dell'identità plurima di questa regione "che si deve rispecchiare in tutti i media".

La scarsità di risorse - ha aggiunto - non deve ledere la qualità dell'informazione, specie non a discapito dei giovani giornalisti, che stanno vivendo un vero e proprio martirio professionale. Sul problema delle frequenze, Gabrovec ha infine informato la platea di come il Consiglio regionale si sia occupato del problema discutendo una mozione per sollecitare un nuovo piano di assegnazione delle stesse.

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