(ACON) Trieste, 9 nov - COM/MPB - "Sostanzialmente liberalizzare l'abbattimento dei cinghiali per un anno e autorizzare uno o più macelli vocati alla lavorazione del selvatico, in modo da non sprecare la carne dei capi abbattuti, destinandola, laddove non usata direttamente dal cacciatore, ad associazioni in grado di macellarle e congelarle e ad associazioni come la Croce Rossa, la Caritas e il Banco Alimentare in grado di distribuirla alle persone più bisognose".
A porre i quesiti è il vicepresidente del Gruppo Pdl in Consiglio regionale Rodolfo Ziberna in un'interpellanza presentata alla presidente Serracchiani e all'assessore regionale competente.
"Negli ultimi anni - rileva Ziberna - il problema dei danni provocati dalla fauna selvatica, in particolare dei cinghiali, si è fatto molto grave anche nella nostra regione. I cinghiali rappresentano un grave rischio per i danni economici, per centinaia di migliaia di euro, provocati a vigneti, colture, pascoli, ma anche ad autovetture e, inoltre, un pericolo per l'incolumità dei contadini e degli automobilisti, costretti ad evitare impatti sulla strada.
"Il problema è serio, anche perché il numero dei cinghiali in FVG è aumentato moltissimo, sia a causa della loro fertilità e capacità riproduttiva (almeno il 200% all'anno), sia per la costante presenza di cibo, per la maggior parte fornito direttamente o indirettamente dall'uomo, che fa sì che partorisca anche diverse volte all'anno.
"L'unico modo efficace per arginare la proliferazione dei cinghiali sul territorio - prosegue l'esponente del Pdl - è quella dell'abbattimento in deroga, anche perché le soluzioni alternative come le recinzioni metalliche elettrificate ed elettrosaldate, la schiuma che contiene ormoni per allontanarli e la sterilizzazione con pillole, si sono rivelate molto costose e inefficaci, se non addirittura pericolose anche per l'uomo.
"I dati più recenti fanno emergere che nelle ultime due annate venatorie sono stati abbattuti 5.800 cinghiali su 9.200 autorizzati, anche a causa della significativa riduzione del numero di cacciatori (ai quali va la nostra riconoscenza per l'opera comunque compiuta, che dovrebbe essere incentivata). A questo si aggiunge anche la popolazione che spesso dà da mangiare ai cinghiali, alimentando la loro proliferazione e rendendoli più pericolosi. Su questo tema finora la politica, a differenza della vicina Slovenia, è stata del tutto inefficace.
"L'unica strada da percorrere, anche in FVG - per Ziberna - è quella di cacciare il cinghiale sempre, tutto l'anno, autorizzando l'abbattimento in deroga e per un numero di esemplari pari a quelli censiti. Ciò per un anno, al fine di verificarne gli esiti. Una soluzione che potrebbe essere efficace anche per aiutare le persone bisognose che si rivolgono ad associazioni come la Croce Rossa, la Caritas ed il Banco Alimentare. Autorizzando, infatti, uno o più macelli vocati alla lavorazione della carne selvatica, si potrebbe evitare lo spreco della carne che non viene utilizzata dal cacciatore e distribuirla, tramite le suddette associazioni, alle famiglie in difficoltà.
"Un ulteriore aspetto - conclude Ziberna - è la necessità di implementare il fondo gestito dalle Province per indennizzare i privati per i danni subiti".
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