mercoledì 28 maggio 2014

Mogherini, in Libia e Ucraina aiutare dialogo

Nonostante le difficoltà, l'Italia e la comunità internazionale non possono che sostenere il dialogo tra le parti, sia in Ucraina sia in Libia. Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, lo ha ribadito oggi nel corso della sua informativa quadrimestrale alle commissioni Affari Esteri e Difesa di Camera e Senato sullo stato delle missioni internazionali. L'audizione è stata l'occasione per fare un punto sulle principali aree di crisi e per annunciare il recupero delle salme di Andrea Rocchelli e Andrey Mironov, i due reporter uccisi sabato a Skoviansk.
Elezioni passo importante per l'Ucraina
"È un passo determinante che le elezioni in Ucraina si siano tenute in modo positivo e siano state riconosciute come tali dal punto di vista internazionale, anche se non sfuggono le difficoltá", ha sottolineato Mogherini nel ricordare gli "scontri'' durissimi ancora in corso all'Est. "Sia dal nuovo presidente ucraino sia da Mosca vengono segnali di volontà al dialogo e questa è una novitá rispetto al passato. La comunità internazionale ha il dovere e l'interesse a sostenere il dialogo in modo deciso", ha spiegato.
''Situazione di estrema fragilità in Libia''
"In Libia c'è una situazione di estrema fragilità e lo scenario è particolarmente fluido", ha detto il ministro. ''Il primo ministro incaricato ha ricevuto il voto di fiducia anche se in un contesto faticoso" e ci sono contestazioni sulla legittimità delle elezioni, ha ricordato. "Il nostro ruolo non è scegliere di stare con una delle parti, ma dire a tutti che c'è bisogno di un processo politico che sia nelle mani dei libici anche se sostenuto dalla comunità internazionale", ha chiarito. E una transizione compiuta è interesse comune anche per gestire il flusso migratorio", ha ricordato.
Maro': al lavoro gruppo giuristi internazionali
"Si è costituito il comitato di giuristi internazionali che sta seguendo la nuova fase di internazionalizzazione", ha detto il ministro, "guidato da sir Daniel Bethlehem, ex capo del servizio giuridico del Foreign Office britannico". E la linea non cambia: "L'insediamento del nuovo governo non ci fa tornare indietro sul fatto che non è l'India a dover esercitare giurisdizione sulla vicenda", visto che i marò erano "coperti da immunità internazionale", ha ribadito.
da Uff. stampa
Ministero Affari Esteri

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